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La Riserva di Capo Gallo: un luogo da scoprire

La Riserva di Capo Gallo: un luogo da scoprire

La Riserva Naturale Orientata di Capo Gallo è situata a Palermo ed è stata istituita nel 2001, per poi essere compresa nel 2002 nella più ampia Area Marina protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine. Si estende per circa 585 ettari, e include al suo interno il Monte Gallo e le zone circostanti, compresa l’area marina. La gestione è affidata al Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale.

L’area è divisa in due zone, la zona A, cioè la vera e propria riserva, e la zona B, che circonda la zona A e serve da protezione alla riserva o pre-riserva, in cui sono vigenti specifiche regole e divieti, grazie ai quali è possibile non danneggiare l’ambiente. All’interno della riserva, infatti, sono possibili attività colturali e agro-silvo-pastorali, e sono inoltre, in linea con l’area protetta, attuati interventi per conservare e tutelare il patrimonio naturalistico e paesaggistico.

La Riserva ha diversi punti d’accesso:

  • il primo, ad Est, dalla Torre di Mondello, percorrendo un sentiero costiero che giunge al faro di Capo Gallo;
  • il secondo ad Ovest, da contrada Barcarello di Sferracavallo, percorrendo un breve sentiero;
  • il terzo, a Sud, attraverso una strada comunale permette di giungere ad una quota di 527 metri (s.l.m.) per vedere il cosi detto “semaforo”, una postazione militare di avvistamento.
La flora e la fauna

Capo Gallo è una zona d’interesse per la flora, la fauna, ma anche per il patrimonio geologico e archeologico che custodisce. Per quanto riguarda la flora terrestre sono da citare la macchia mediterranea, alberi di piccola taglia, come palme nana, alcuni arbusti sempreverdi, come la lecceta, ma anche specie esclusive della Sicilia, come la Camomilla di Capo Gallo, lo Sparviere siciliano.

La fauna terrestre include piccoli uccelli, quali il merlo e il colombaccio; piccoli mammiferi, quali il topolino selvatico e domestico, il toporagno della Sicilia e il coniglio selvatico. Inoltre, due specie di uccelli scelgono questo luogo per lo svernamento, il pettirosso e il luì piccolo. Infine sono da citare anche gli uccelli migratori, tra cui la cicogna bianca, il cuculo, e il falco pellegrino. Infine è da citare un piccolo anfibio, che però è il simbolo della riserva: il rospo smeraldino siciliano.

I fondali sono popolati da numerose specie di pesci coloratissimi, una colonia di coralli che raggiunge circa 70 metri di profondità, e numerose specie di vegetazione marina, tra le quali il finocchio di mare, il Limonium panormitanum e la Posidonia oceanica.

Ciò che, però, caratterizza la Riserva di Capo Gallo è il così detto “marciapiede di Vermetus”, cioè una serie di molluschi gasteropodi saldati tra loro, che nasce in quegli ambienti dove la qualità dell’acqua è elevata. Questo dimostra che, nonostante l’elevato tasso d’inquinamento del Golfo di Palermo, esso è attraversato da correnti pulitissime che permettono di creare un ecosistema ricco di biodiversità.

Le grotte

La natura delle rocce della Riserva è carsica, e il mare le ha modellate nelle forme più fantasiose, andando anche a creare grotte molto affascinanti, come la Grotta dell’olio, facilmente raggiungibile via mare in canoa e in cui è possibile ammirare il mare blu cobalto trasparente e il suo fondale ricco di pesci che nuotano indisturbati.

Le grotte sono numerose anche in superficie, tra le quali sono da citare la grotta dei Caprai, in cui è possibile osservare incisioni lineari del Paleolitico, il Pozzetto di Pizzo Sella, d’interesse speleologico e la Grotta Perciata, in cui sono stati ritrovati alcuni resti di vertebrati fossili.

La grotta, però, più interessante dal punto di vista archeologico è la Grotta Regina, a testimonianza che il Monte era già abitato nel Paleolitico. La grotta è stata probabilmente utilizzata come santuario rupestre punico e conserva numerose iscrizioni e disegni di periodi differenti, databili tra il VII sec. a.C. e il II sec d.C.

È possibile riconoscere i disegni di un orso, un guerriero e tre navi, e le suppliche scritte in lingua punica. Tuttavia il ritrovamento di reperti ceramici testimonia il passaggio di Romani, Arabi e colonizzatori medievali.

Un’ultima, ma non meno importante, testimonianza storica, è il ritrovamento nei fondali di un relitto di una nave cartaginese con un carico di anfore.

Le attività

Le attività che la Riserva offre sono tra le più varie:

  • Per gli appassionati di trekking vi sono numerosi sentieri di diversa difficoltà e di diversa durata, che permettono di scoprire i lati della Riserva più nascosti e più spettacolari, come il sentiero che risale sino a Piano dello Stinco, permette di arrivare a uno dei punti in cui il panorama davanti ai nostri occhi è sicuramente indimenticabile.
  • È possibile, inoltre, affittare gommoni per raggiungere i punti di acqua più cristallina e meno frequentati, in cui godere di un ottimo momento di relax. Tramite gommone si può raggiungere l’ingresso della Grotta dell’olio, in cui però è possibile accedere solo nuotando, per non recare danno allo spazio interno.
  • Infine si possono fare delle escursioni subacquee per ammirare tutto ciò che il fondale ha da offrire.

La Riserva di Capo Gallo è un luogo tutto da scoprire, ma anche da tutelare e rispettare. Il suo ecosistema già fragile e a rischio, per via dei cambiamenti climatici, non deve essere ulteriormente deteriorato dalla mano dell’uomo.

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